Vibrano uno dietro l’altro,
prima un violino, poi l’altro.
Entrano in scena: c’è pure la viola,
gli accordi che suonano dai violoncelli,
la voce del contrabbasso.
Sono undici voci,
che vibrano nell’aria fresca di primavera
o in una fredda notte invernale,
riscaldandola con l’emozione.
Il suono irrompe grave
sull’anima impazzita,
che si frantuma in polvere d’argento.
Sono gli archi,
che fanno rivivere la musica di un tempo dimenticato,
che risorge in un battito del cuore.
Serena Marotta

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