E invece non finisce mai

E invece non finisce mai
(Roberto Vecchioni)

Quando passo di notte per vedere se siete ancora tutti lì…e mi pare impossibile di potervi amare più di così…quando ripasso a memoria uno per unoi momenti che vi baciai…e mi chiedo più di tutto questo amorecome posso amarvi mai…perché ci sarà bene un benedetto segnoche più oltre di lì non si può andare,quando il cielo è così pieno di luceche un’altra luce lo farebbe scoppiare,qualcosa che assomigli a un limiteperché l’amore avrà bene un confine,qualcosa come una fine…E invece non finisce mai,si fa più piccolo che puòe ti sta dentro e cresce sai,com’è possibile non so,e più ne perdi e più ne haie più ne incontri e più ne dail’amore non finisce mai.Quando guardo i tuoi occhi, mi sorprendoche tu sia bella più di prima,che mi facevi impazzire al solo ricordare la tua pellecosì talmente oscena.Come potevo immaginare allorache eri il mio scandalo, la mia bambinache avrei potuto amarti sempre piùnei giorni che la bellezza trema?Perché pensavo ci sarà pure una finequando non ci sarà più spazio per tenerlo dentro,un momento che l’amore si ferma, si voltasi addormenta contento,un momento che l’amore non potrà, non saprà,non ce la farà più ad aumentare,che non avrà più niente da dare…E invece non finisce maisi fa più piccolo che puòe ti sta dentro e cresce saicom’è possibile non so,ma più ne perdi e più ne haie più ne incontri e più ne dai…l’amore non finisce maisi fa più piccolo che puòe non ti lascia in pace mai,toglie il respiro a dirgli “no”;e più ne perdi e più ne hai,e più ne incontri e più ne dai:l’amore non finisce mai.

Seduttrice

L’illusione è dietro un battito
ti aspetta in silenzio, in un angolo

È paziente, sa ascoltare
ti solleva come in uno sguardo,
quando viene catturato dalla curiosità
è come guardare dei palloncini colorati
che fluttuano nell’aria accarezzati dal vento

ti prende per mano e dolcemente ti porta lontano
ti regala il respiro di un’aria incontaminata
Il soffio leggero di parole sussurrate
ti regala il sogno di una carezza sincera,
il desiderio di abbandonarsi
con le spalle sulla sabbia bollente

L’illusione ti fa ascoltare parole nuove
ti ride in faccia
ma gli occhi sono chiusi,
le orecchie stordite dalla melodia vigliaccamente ruffiana

Perfida, ti seduce
in un gioco di atmosfere
Ti distrae con nuovi sapori, odori e immagini
ti afferra, ti scuote, gioca

L’illusione è maestra di canto.
È l’orchestra che accompagna la voce solista
in un eco

Serena Marotta (14.17, 1 novembre 2010)

Vapore

Vorrei essere un sogno
per accarezzare i tuoi pensieri
quelli belli, quelli brutti

vorrei essere una nota
per accompagnare con il mio suono
i tuoi passi leggeri, sicuri

vorrei essere il vapore
che avvolge il tuo corpo
tra il profumo del bagnoschiuma

vorrei essere un pezzo di carta
per custodire le tue parole

vorrei essere come il giocattolo
che hai amato tanto nella tua infanzia,
quello che si conserva e non si butta mai

vorrei essere una posata
per sfiorare le tue labbra

vorrei essere l’album per le tue fotografie
per proteggere i ricordi
e aggiungerne di nuovi giorno dopo giorno

vorrei rimanere intrappolata nel tuo sguardo fiero
e dondolarmi in un tuo abbraccio

vorrei essere ciò che tu desideri che io sia
per non deluderti mai

Serena Marotta

16.52
30 ottobre 2010

Lampedusa, il riscatto con “O’Scià”

Il suo nome deriva con ogni probabilità dal gioco bizzarro creato dalla natura: l’effetto dei lampi dei temporali nel Mediterraneo, che illuminavano l’isola e la rendevano visibile anche da lontano. Da qui Lampedusa. Appartenuta dal 1630 alla famiglia Tomasi – antenati dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del libro “Il Gattopardo”-. Diventata, tuttavia, famosa e ambita meta turistica, grazie ad un episodio ancora oggi avvolto nel mistero: il 15 aprile 1986 alle 17.30 una motovedetta libica, su ordine del colonnello Gheddafi, avrebbe bombardato con due missili Scud l’installazione radio americana Loran a Lampedusa. Una notizia che ha fatto il giro del mondo: c’è chi sostiene che non fu lanciato nessun missile, ma che fu una trovata degli americani (fecero passare due caccia sull’isola a elevatissima velocità simulando due bang supersonici) per contrastare l’avvicinamento politico-economico dell’Italia alla Libia. Insomma un espediente organizzato ad hoc.
Lampedusa oltre ad essere una meta ambita dai turisti per le sue bellezze naturali, proprio per la sua vicinanza all’Africa è anche lo scenario triste di storie di immigrati clandestini. Per riscattare la sua immagine e porre l’attenzione sul problema dell’immigrazione clandestina, dal 2003, durante l’ultimo week-end di settembre Claudio Baglioni organizza “O’Scià“, un festival musicale gratuito con la partecipazione di diversi artisti.

“O’Scià” dagli scatti di Serena Cimino


“Il vento di un respiro ci porterà vicino”. È questo lo slogan, che ha accompagnato la manifestazione di quest’anno, dal 28 settembre al 2 ottobre, sulla spiaggia della Guitgia. “Un’emozione dietro l’altra – racconta Serena Cimino, 25 anni, palermitana, studentessa del corso di laurea in professioni sanitarie alla Federico II di Napoli, che ogni anno non perde l’appuntamento con “O’Scià” -. Ogni sera abbiamo assistito a dei duetti che non vedremo mai, se non su quel palco magico, che ha visto alternarsi – tra gli altri – artisti, come: Roberto Vecchioni, Ornella Vanoni, Cristiano De Andrè, Noa, Francesco De Gregori…”.


“Per me Lampedusa è il Paradiso ed O’Scià una gradevole colonna sonora – conclude la studentessa -. Per i lampedusani e i clandestini è una piccola speranza, come una barchetta in mezzo al mare”.
Serena Marotta
(23-10-2010)

Vento nel Vento (Lucio Battisti)

Io e te
io e te
perché io e te
qualcuno ha scelto forse per noi
mi son svegliato solo
poi ho incontrato te
l’esistenza un volo diventò per me
E la stagione nuova
dietro il vetro che appannava fiorì
fra le tue braccia calde
anche l’ultima paura morì
Io e te vento nel vento
io e te nodo nell’anima
stesso desiderio di morire e poi rivivere
io e te…
E la stagione nuova
dietro il vetro che appannava fiorì
fra le tue braccia calde
anche l’ultima paura morì
Io e te vento nel vento
io e te nodo nell’anima
stesso desiderio di morire e poi rivivere
io e te…

Salvami

Gianna Nannini Extradream (2009) Salvami

Salvami mi fa male quando è sincero Salvami dimmi almeno che non è vero Guardami Passi sbagliati Angeli Soli e accerchiati Parlami Tu sai la verità Alzati ama per sempre Sbagliati Non serve a niente Vivere Se non si dà Alzati Nasci ogni volta Perditi Sotto il diluvio Spogliati Bella così sarai Guardalo Ha mani bellissime Guardalo E’ puro nell’anima Smettila se sai come si fa Alzati Ama per sempre Spogliati Ridi di niente Vivere ci basterà Alzati E’ un sentimento Libero Vero tormento Vivilo Guarda il sole brucia per te, per te, per lui La bocca trema di passione Per me, per me Rivoglio quel suo bacio senza mai fine Alzati Ama per sempre Sbagliati Non serve a niente Vivere Se non ci si dà Alzati Dentro al cielo E luccica Spazio infinito e libertà Che non finirà mai

Morirò d’amore

Giuni Russo Morirò D’Amore (2003)

Vento nei capelli e gli occhi al sole E richiami vigili nel cuore Affidavo all’aria i miei pensieri E le parole, le parole tue mi mancano Le parole urlate Poi dall’eco ripetute Cantano Morirò d’amore, morirò per te Il tuo sorriso l’allegria quanto mi mancano Le parole sussurrate, zitte, poi gridate Le parole tue per me Morirò d’amore, morirò per te Senti il vento contro le ringhiere Con te vicino passo le mie sere E le parole, le parole tue mi sfiorano Quelle parole che sai dirmi quando me ne voglio andare Vincono Morirò d’amore, morirò per te Socchiudo gli occhi e le tue mani mi accarezzano Quelle parole urlate poi dall’eco rimandate Che dal cielo cantano Morirò d’amore, morirò per te…

Addio Sandra Mondaini

“Ciao Sandra, un’altra persona con un cervello funzionante della televisione è sparita. Forse lassù lo puoi usare meglio. Tu e Raimondo ora siete, davvero, per sempre insieme”. Questo è solo uno dei numerosi messaggi che da questo pomeriggio stanno circolando sul web. Sono messaggi scritti dalla gente comune, dai suoi fan di tutte le età, per ricordare l’artista, la donna bella, elegante, di classe. La persona sensibile, altruista, ironica. E non solo. La compagna di Raimondo Vianello: si sono conosciuti nel 1958 e sposati dopo quattro anni. Loro sono stati insieme per cinquant’anni: una coppia che per sempre sarà ricordata come il simbolo dell’unione perfetta.
È morta oggi, Sandra Mondaini, 79 anni, poco prima delle 13, all’ospedale San Raffaele di Milano. Lei ha lottato per anni contro il cancro e lo ha fatto con dignità sino alla fine. La camera ardente sarà allestita negli studi televisivi Mediaset a Cologno Monzese, domani, dalle 16 alle 20, mentre i funerali si svolgeranno giovedì alle 11 nella parrocchia di “Dio Padre” di Milano 2. Sandra Mondaini – nata il primo settembre del 1931, figlia del pittore Giacinto Mondaini – ha iniziato la sua carriera negli anni Quaranta come modella. Poi il debutto al teatro, quindi il cinema, infine il successo in tv: da “Sbirulino” agli sketch “coniugali” con Raimondo in “Casa Vianello”.
Una carriera che ha dovuto abbandonare nel 2008. Poi cinque mesi fa il suo stato di salute è peggiorato dopo la perdita del marito Raimondo, morto il 15 aprile scorso. “Sandra e Raimondo sono l’amore che tutti sogniamo: sincero e vero, dove l’uno non può vivere senza l’altro. Per questo Sandra l’ha raggiunto”– scrive Marco -. Dal sito ufficiale ai social network, dai messaggi ai video, ognuno di loro ha per Sandra un pensiero, l’ultimo saluto. Dalla sua bacheca di Facebook Francesco la saluta così: «Voglio immaginare Raimondo che ti aspetta su una nuvoletta bianca… accogliendoti con un simpatico “ma pure qua mi sei venuta a cercare?!?”».

Serena Marotta
(21-9-2010)

"Caro don Pino, vorrei…" Lettere da Brancaccio

‘Caro don Pino, vorrei…’ Lettere da Brancaccio
Repubblica — 30 novembre 2008 pagina 1 sezione: PALERMO

«CARO padre Pino, vorrei che tu portassi un po’ di speranza nella mia famiglia e poi che mio padre non soffra più a causa del lavoro». Il lavoro, anzitutto. Poi la salute, lo studio, la pace, la giustizia sociale. In una sola parola: il futuro. L’ almanacco di sogni e bisogni di Brancaccio è un quaderno formato protocollo posto su un leggìo della chiesa di San Gaetano. i cronaca) nicola merendino è la testimonianza del legame fortissimo tra don Pino Puglisi e gli abitanti del quartiere dove il parroco lavorò e fu ucciso da un killer di mafia, nel 1993. Un killer la cui presenza aleggia sinistramente anche nel quaderno dei sogni: «Purtroppo la persona che ti ha ucciso e accusato è un mio cugino – si legge in una delle tante pagine fitte di appunti e firme – perdonalo come Dio ha perdonato tutti noi. So solo che lui è pentito e legge la Bibbia», scrive qualcuno che ha un legame di sangue con Salvatore Grigoli, l’ uomo che 15 anni fa premette il grilletto e che oggi ha scelto di diventare collaboratore di giustizia. L’ album si trova nella chiesa di San Gaetano dal 1994: ce lo mise don Mario Golesano, successore di don Puglisi, per tenere vivo il «contatto» della gente del quartiere con il sacerdote ucciso. Don Maurizio Francoforte, il parroco arrivato a San Gaetano nello scorso settembre, non ha mai avuto il tempo di sfogliarlo. «Perché – spiega – le cose da fare in parrocchia sono tante e più urgenti. Ho solo scritto sopra la data dell’ inizio del mio ministero qui a Brancaccio, un quartiere che per me non è tanto diverso da altri quartieri di Palermo». Ma la «normalità» di Brancaccio, sfogliando il quaderno, si intravede appena: disperata anche la situazione di «una madre in lotta»: «Interessati, ti prego, presso Dio, al cui cospetto ti trovi, per la mia famiglia che sta attraversando ogni genere di grave problema. In particolare ti affido alla preghiera mia figlia Sofia, una splendida ragazza di 21 anni che sta rischiando di perdersi», scrive Anna, che probabilmente si trova a che fare con il dramma della tossicodipendenza. E le difficoltà delle famiglie in un territorio a rischio come questo sono evidenti: «Assieme alla Madonna e al suo Figlio intercedi per me che sono sofferente, e per mio marito che si liberi dalla prigione e che diventi meno irascibile, fa che il lavoro gli vada bene. Dacci la pace», chiede una donna. «Il signore ci ha illuminati e siamo qui a pregare con te per la pace e la giustizia sociale», scrive qualcuno che attende il riscatto di quel quartiere oltre l’ Oreto che spesso appare lontano anche dalla stessa Palermo. Il desiderio di migliorarsi d’ altro canto è forte: «Aiuta me e Giusy a essere buoni genitori», chiede qualcuno lo scorso 30 ottobre. «Tu, modello di carità, aiutaci a non peggiorare in questo mondo di egoismo». I primi a volere un futuro diverso sono i più giovani, e tra di loro sono in molti a non avere mai conosciuto il parroco martire. Si sentono coinvolti dal suo carisma e vogliono realizzare qualcosa che possa migliorare la loro vita e quella di chi è loro vicino: «è la prima volta che ti scrivo, ti posso assicurare che farò qualcosa anche se piccola! La mia mente mi porta a sognare e sognando credo che qualcosa cambierà. Come hai detto tu: se ognuno fa qualcosa, tutto si può fare». Gli scrivono con calligrafia e grammatica ancora incerte e gli dichiarano affetto e gratitudine: «Caro padre, grazie a te, a mia madre con il parto cesario andò tutto bene. Anche la bambina adesso sta bene anche se quando è nata andava tutto male e invece ora va tutto benissimo spero sempre ringraziando sempre a te da Anna da Federica e da Francesca e da Simona. Ciao, ti voglio tanto bene asai». Un cuoricino alato sovrasta il messaggio. Così come un cuoricino alato sta nella pagina che qualcuno ha voluto dedicare alla zia scomparsa, raccomandandola a don Pino: «Cara zia Giovanna non piangere perché ti amiamo sempre. Da tutti, Zia Giovanna ti amo. Ciao amore x sempre». A Brancaccio il prete, del quale è in corso la causa di beatificazione, è già considerato un santo: «Tu sei già un santo, nostro contemporaneo, come padre Pio e Papa Giovanni Paolo II». Ed è per questo che sono innumerevoli le raccomandazioni che riguardano problemi di salute di persone care. «Caro Padre Puglisi ti prego per mio cugino che fra giorni affronterà un intervento… Mettici la tua mano e fa sì che tutti vada bene, dà la forza a mia cugina e ai suoi figli. Con amore, Giusy». «Ti prego, fa che lunedì negli esami non ci sia nulla di male, fallo per la mia bambina. Dammi la gioia di poterla crescere. Perdona i miei peccati», scrive un’ altra madre in ansia per la sorte della sua creatura. I ragazzi, e non solo, hanno a cuore la scuola. E per tutti c’ è sempre padre Pino: «Ti prego per l’ anno scolastico dei nostri ragazzi», scrivono i genitori che gli chiedono di vegliare affinché a scuola vada tutto bene. Gli studenti si rivolgono a lui per ricevere protezione, mentre gli confidano i loro sogni: «Ormai la scuola sta finendo e io sono prossimo agli esami di terza media. Ti prego di aiutarmi e sostenermi sempre, anche dopo l’ esame e fa che io possa uscire con un buon voto di licenza media perché così possa sempre essere di aiuto a tutte le persone del mondo e fa che possa esaudire il mio sogno: insegnare filosofia. Tvb» Don Puglisi, insomma, è ancora tra i suoi confratelli di Brancaccio. E loro gli raccontano tramite il quaderno quello che accade nel quartiere, così che sia sempre informato di tutto e possa vegliare: sulq quaderno sono annotati anche il cambio di guardia alla parrocchia e la nomina del nuovo presidente del centro Padre Nostro, l’ associazione che lo stesso aveva fondato poco prima di essere ucciso per sostenere i giovani e in genere il quartiere nella scelta di una strada diversa da quella dilagante dell’ illegalità. E non è un caso che sul quaderno trovino spazio anche delle vere e proprie confessioni, rese da parte di chi forse una volta ha sbagliato e oggi cerca il perdono: «Caro padre Puglisi, perché il mondo è così crudele e nessuno mi accetta come suo amico? Fa che tutti si convincano che io non sono un ladro. Prima o poi avrò giustizia? Tutti hanno sbagliato nei miei confronti, ci sto molto male che per queste voci mi abbiano privato del mio impiego più bello in parrocchia: l’ archivio. Ero sempre disponibile con le persone. Sai ogni volta mi viene in mente il primo certificato che ho fatto per una persona di Bari, la prima pratica matrimoniale (che bei tempi!) Essere trattato da ladro anche dalle persone che sono arrivate da poco nella comunità è bruttissimo. Però io spero di essere trattato come 6 anni fa. Non sai quanto è brutto sentirsi dire da un’ amica: “ti guardano tutti come se avessi fatto una rapina”. Sai che è brutto? Ora ti devo salutare, ti raccomando di pregare per me, padre Mario e padre Maurizio. Tvb», scrive Gabriele, che prima di incappare in una disavventura faceva il collaboratore parrocchiale. Lui spera di avere giustizia, «prima o poi» e nel frattempo si raccomanda al sacerdote ucciso. Ma sull’ album non ci sono solo i messaggi di chi abita a Brancaccio e spera nel cambiamento e in un futuro migliore. Su quelle pagine dove abitano i sogni del quartiere hanno voluto lasciare il segno anche tutte quelle persone che in questi anni sono passate a visitare la piccola chiesa diventata il simbolo dell’ opera di evangelizzazione di don Puglisi e del suo martirio. E sono state tante le comitive di seminaristi, di scout o di semplici turisti che hanno voluto lasciare su quei fogli la testimonianza del loro passaggio, per dire il loro personale grazie a don Pino e lo prendono ad esempio per le sfide che si trovano davanti nei luoghi dove vivono. – NICOLA MERENDINO